Secondo il decreto del Consiglio federale del marzo 2015, nel corso dei prossimi tre anni 3000 persone provenienti dalla regione di crisi potranno immigrare a scaglioni in Svizzera per trovarvi la necessaria protezione. Si prevede di accogliere il primo contingente di al massimo 1000 persone ancora quest’anno – in autunno il Consiglio federale stilerà un primo bilancio dell’azione umanitaria. Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) è responsabile della sua attuazione. La relativa pianificazione è stata effettuata in stretta collaborazione con i Cantoni ed è ora ultimata. Il primo gruppo di rifugiati è atteso per questa estate.
Stretta collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR)
Il programma di accoglienza pluriennale comprende due misure diverse: da un lato si intende accogliere 2000 persone provenienti dalla regione di crisi nel quadro di un reinsediamento a lungo termine (resettlement). Si tratta di persone particolarmente bisognose di protezione, riconosciute come rifugiati dall’ACNUR, che si trovano in una situazione precaria e per le quali l’ACNUR reputa urgente un reinsediamento. Esse ottengono lo statuto di rifugiati in Svizzera, evitando in tal modo la procedura ordinaria d’asilo.
I fascicoli di tutti i rifugiati per cui è prevista l’entrata in Svizzera sono esaminati dal Servizio delle attività informative della Confederazione al fine di garantire che la Svizzera non ammetta persone coinvolte in violazioni dei diritti umani o crimini di guerra o che potrebbero costituire un pericolo il nostro Paese. I rifugiati saranno alloggiati in tutti Cantoni conformemente alla vigente chiave di ripartizione. Per il 2015 è prevista l’entrata di 300 persone nel quadro del programma di reinsediamento.
Questa azione sarà condotta, pure in stretta collaborazione con l’ACNUR, in parallelo con il progetto pilota avviato nel 2013 e ancora in corso, nell’ambito del quale finora 325 rifugiati hanno trovato protezione in Svizzera. Per la fine dell’anno si mira a raggiungere l’obiettivo di 500 persone.
Ricongiungimento famigliare
Secondo il programma, un visto umanitario consentirà ad altre 1000 persone bisognose di protezione di entrare in tutta sicurezza in Svizzera, perlopiù già quest’anno. Questa azione è esplicitamente rivolta ai famigliari stretti (coniugi e figli minorenni) di sfollati ammessi provvisoriamente nel nostro Paese. Le relative domande devono essere presentate alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che le trasmette alla competente rappresentanza svizzera all’estero se hanno superato l’esame preliminare. Di norma, le persone che hanno ottenuto il visto organizzano autonomamente il viaggio, se necessario con il sostegno della rappresentanza svizzera o della SEM, e raggiungono direttamente la loro famiglia nel Cantone. Usualmente esse sono pure accolte provvisoriamente in Svizzera e si aggiungono dunque alla quota del Cantone in questione secondo la chiave di ripartizione.
Il programma umanitario di accoglienza è finanziato secondo le usuali modalità: la Confederazione versa ai Cantoni i medesimi importi forfetari per l’aiuto sociale e l’integrazione accordati per gli altri rifugiati o ammessi provvisoriamente. Le risorse finanziarie necessarie saranno stanziate nel quadro di un credito aggiuntivo nel 2015 e iscritte nel piano finanziario 2016.
Ultima modifica 11.06.2015