A sei anni dalla sua entrata in vigore, il nuovo sistema dell’asilo si è dimostrato nel complesso efficace; tuttavia, la Confederazione, i Cantoni, i Comuni e le città hanno individuato a posteriori una concreta necessità di perfezionarlo. Questa è la conclusione cui si è giunti nell’ambito della strategia in materia di asilo 2027. Occorre pertanto accelerare ulteriormente le procedure di asilo, smaltire più rapidamente i casi pendenti, rendere il sistema più reattivo alle fluttuazioni e promuovere l’integrazione in modo più vincolante.

In occasione della sua visita di lavoro in Egitto dal 14 al 16 novembre 2025, il consigliere federale Beat Jans ha firmato insieme al ministro degli esteri Badr Abdelatty due accordi bilaterali in materia di migrazione. Il primo intende sostenere l’Egitto come Paese di accoglienza e rafforzare la cooperazione bilaterale in diversi ambiti: migrazione legale, lotta contro la tratta di esseri umani, riammissione e ritorno volontario. Il secondo introduce l’esenzione dall’obbligo del visto per i diplomatici.

Il 13 novembre il consigliere federale Beat Jans ha partecipato alla Conferenza nazionale sul federalismo a Zugo. Nel suo discorso davanti ai rappresentanti dei Cantoni, dei Comuni e della Confederazione ha illustrato i vantaggi, le sfide e le opportunità del nostro sistema federalista: «Il federalismo ci obbliga a collaborare e a impegnarci, creando stabilità e identificazione».

Il 30 ottobre 2025 il consigliere federale Beat Jans ha inaugurato la mostra itinerante «COLLOCATI. INTERNATI. DIMENTICATI. Storie (e storia) delle misure coercitive a scopo assistenziale in Svizzera» nel Museo storico di Losanna. La mostra, che illustra un capitolo scuro della recente storia e dà voce alle vittime, potrà essere visitata fino al 2028 in diverse città svizzere.

Il 28 ottobre 2025 il consigliere federale Beat Jans ha visitato, insieme ai consiglieri di Stato friburghesi Olivier Curty e Philippe Demierre, un’azienda formatrice nel Canton Friburgo. Durante l’incontro ha reso omaggio ai buoni risultati del pretirocinio d’integrazione (PTI) e all’impegno delle aziende formatrici e delle scuole professionali in questo programma. Il PTI dura un anno e prepara i rifugiati e altre persone con un passato migratorio alla formazione professionale di base.