La Danimarca vanta una lunga esperienza nel prevenire la radicalizzazione e gestire programmi di deradicalizzazione che vanno a integrare lo strumentario del perseguimento penale. Lo scorso ottobre il Governo danese ha adottato un nuovo piano d'azione nazionale e la Consigliera federale si è fatta ragguagliare sulle misure attuate e le esperienze maturate. Al viaggio ha preso parte anche André Duvillard, delegato per la Rete integrata Svizzera per la sicurezza, che sta elaborando il piano d'azione svizzero con rappresentanti della Confederazione, dei Cantoni, delle città e dei Comuni.
Visite ad Aarhus e Copenhagen
Il mattino la consigliera federale Sommaruga si è intrattenuta con addetti delle opere giovanili, dei servizi sociali e della polizia, i quali hanno illustrato il lavoro che svolgono con i giovani, le loro famiglie e le loro comunità. La Consigliera federale si è detta impressionata dell'ampio sostegno di cui gode il lavoro congiunto, puntualizzando che oltre agli stretti contatti con gli interessati questa cooperazione tra svariati enti è un'importante premessa per intervenire quanto prima, ossia prima ancora che siano chiamate ad agire le autorità inquirenti. Ha poi ricordato che anche in Svizzera il successo del piano d'azione nazionale in corso di allestimento richiede la cooperazione di tutte le autorità in tutti i settori della società e a tutti i livelli statali.
Scuole, servizi sociali e polizia insieme
Il "modello Aarhus" si distingue per la stretta collaborazione tra le autorità scolastiche, sociali e di polizia (iniziativa SSP), avviata già una quarantina di anni fa per prevenire la criminalità in generale. Il modello odierno si compone di vari programmi, destinati ad esempio alle scuole o ai centri sociali. Lo scopo è, da un lato, di prevenire la radicalizzazzione violenta, dall'altro di consentire il recupero e il reinserimento nella società di chi ha già commesso reati. Reti regionali formate da specialisti di varie discipline cooperano allo scopo, fornendo all'occorenza consulenza ad altre autorità. Queste misure preventive vanno a integrare lo strumentario del perseguimento penale, anch'esso potenziato in Danimarca negli ultimi anni.
Il modello creato dalla città di Aarhus è stato d'ispirazione per tutta l'Europa, Svizzera compresa. Nel 2009 la Danimarca stessa si è dotata di un piano d'azione nazionale contro l'estremismo e la radicalizzazione, che segue un approccio interistituzionale e pluridisciplinare analogo e coinvolge anche la società civile. Da allora il piano d'azione è stato riveduto e affinato a varie riprese fino a comprendere tutta una serie di misure.
Incontro con il ministro di giustizia, visita di un penitenziario
A Copenhagen, la consigliera federale Sommaruga ha incontrato il suo omologo danese Søren Pape Poulsen per un colloquio di lavoro. I due ministri hanno convenuto che la lotta alla radicalizzazione, all'estremismo violento e al terrorismo richiede il continuo adeguamento del quadro normativo. Hanno specificato che servono, tra le altre cose, il blocco dei documenti d'identità per impedire che determinate persone lascino il Paese, come pure disposizioni finalizzate a combattere la diffusione della propaganda in Internet. La Svizzera porrà in consultazione varie modifiche di legge antiterrorismo nel corso di quest'anno.
Il pomeriggio la Consigliera federale ha visitato il Servizio danese delle attività informative e il penitenziario di Vester Faengsel a Copenhagen, dove è in corso un programma di mentorato antiradicalizzazione per detenuti. In Svizzera i Cantoni stanno provvedendo, in cooperazione con la Confederazione, a ottimizzare le procedure nell'esecuzione delle pene.
Link
- Nationaler Aktionsplan: Bekämpfung von Radikalisierung und gewalttätigem Extremismus
-
Präventionsmassnahmen zur Verhinderung von Radikalisierung
(questi documenti non sono disponibili in italiano)
Ultima modifica 07.04.2017
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